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08/02/2013 05:43:50

Salemi. La Procura chiude le indagini per la mancata messa in sicurezza degli immobili. Polemica con Sgarbi

Ci era stato anticipato dall’ingegnere Vincenzo Ortega (nella foto), che opera nella qualità di sovraordinato presso l’Ufficio Tecnico Comunale. Con la disponibilità di oltre due milioni di euro  dovrebbero essere riqualificate alcune aree del centro storico della cittadina normanna.  «Si tratta di risorse disponibili da tanto tempo – ci precisò allora l’ingegnere Ortega - e si è cercato di attingere a progetti esecutivi di 2/3 anni fa che rientrano nel Pist ( Piano integrato di sviluppo territoriale) o Pisu ( Piano integrato di sviluppo urbano). I progetti non riuscirono ad entrare nella graduatoria». Soldi che verranno utilizzati per interventi nelle aree comunali o per opere pubbliche. Due i lavori pubblici da effettuare. La  riqualificazione delle aree insistenti tra le vie Cappasanta, Gullo, Fontanieri e Vicolo Stella.  Spesa prevista 530 mila euro. Mentre per la riqualificazione delle vie Anfuso, Bastioni, Alonzo e Santa Armata, la somma impiegata sarà di 1milione e 45mila euro. Siamo nel cuore della cittadella medievale, a poche centinaia di metri dal Castello, dalla Piazza Alicia ( una delle più belle d’Europa, secondo una singolare classifica stilata da urbanisti, architetti e storici) e dalla dimora del dottor Peppino Cascio per lungo tempo sindaco, assessore e, ultimamente alla corte di Vittorio Sgarbi in qualità di esperto delle problematiche post-terremoto. E tuttavia una zona rimasta in condizioni precarie e di abbandono, nonostante il gran parlare, spesso a sproposito,  che si è fatto attorno alla tematica. E nell’ultimo triennio anche il gran battage mediatico andato in scena con il titolo  “Case ad 1 euro” , ma miseramente fallito. Dopo oltre 40 anni dal sisma, rimane la triste realtà. Degrado, abbandono, assenza di manutenzione hanno reso impraticabili e pericolose le viuzze che costituiscono il telaio attorno a cui il tessuto urbanistico s’inerpica  a fatica, fino ad arrivare all’acropoli. 

Era dovuto a  questo, in ultima analisi, il fascino di “Alicia”, come la chiamavano gli Elimi. Se crollano le quinte dello scenario, rimangono solo orripilanti scheletri che deturpano anche ciò che di ancora bello persiste. Il periodo della Giunta Sgarbi è stato il triennio di numerosi crolli . Le condizioni di staticità si sono ulteriormente compromesse a causa delle copiose precipitazioni. In taluni casi si è pure sfiorata la tragedia. Nasce da qui l’indagine avviata lo scorso anno dalla Procura della Repubblica di Marsala e condotte in sinergia con il Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Trapani. Le conclusioni a cui sarebbe giunta la magistratura marsalese, secondo quanto hanno riferito alcuni quotidiani “Sgarbi nella sua qualità di sindaco, era obbligato alla conservazione e alla vigilanza degli edifici che minacciavano di crollare con rischio per l'incolumità dei cittadini e avrebbe omesso di provvedere non solo ai lavori per rimuovere le situazioni di pericolo ma persino di collocare i relativi segnali.” Sarebbero sei le persone per le quali si sarebbero chiuse le indagini: oltre Sgarbi, “il dirigente del settore Protezione civile, manutenzione e patrimonio del Comune Giuseppe Placenza e cinque proprietari di immobili in particolari condizioni di precarietà strutturale.” Inchiesta giudicata però da Sgarbi “grottesca”. In quanto “la legge stabilisce, inequivocabilmente, che il recupero e la messa in sicurezza delle case distrutte dal terremoto del 1968 è di esclusiva pertinenza dello Stato centrale. Ad ogni modo, osservo che per 40 anni nessuno - compresa la Procura inquirente - si è preoccupato delle case abbandonate del centro storico di Salemi.”  Precisando che non esistealcuna richiesta di rinvio a giudizio nei suoi confronti da parte del Pubblico Ministero, ma solo la notifica dell'avviso conclusione indagini. Negando infine di aver ricevuto, a tutt'oggi, alcuna comunicazione per presunto abuso d’ufficio. Intanto la Commissione Straordinaria  proseguendo il suo lavoro ha ampliato il programma d’interventi rincuorata anche dalla “scoperta del tesoretto”, di cui abbiamo già parlato in un nostro precedente servizio.  Da cui è stata prelevata la somma di 120 mila euro, per opere  di messa in sicurezza di alcuni immobili,sempre nel Centro storico. Saranno effettuati anche interventi sostituitivi per quelli privati per i quali i proprietari non hanno provveduto a ripristinarne le condizioni di sicurezza. 

A cui vanno ad aggiungersi altri 45 mila euro necessari per il ripristino delle sedi viarie, chiuse da tempo al transito pedonale e veicolare.  La motivazione, ovviamente, era per evitare di mettere a repentaglio l’incolumità fisica di residenti e passanti. Provvedimento però che non poteva ancora essere procrastinato in quanto esistono disposizioni di legge che impediscono la chiusura di strade sine die .

Franco Lo Re